Ciò che hai visto non ti lascia più
📍 Estratto (ITALIANO):
Quello che hai visto non se n’è mai andato.
Ti abita ancora, in silenzio.
📍 Excerpt (ENGLISH):
What you saw never truly left.
It still lives inside you, in silence.
Ciò che hai visto non ti lascia più
Pensavi fosse solo un’immagine.
Ma è rimasta.
Non fuori.
Dentro.
Ha preso forma nei sogni.
Ha cambiato il suono delle tue parole.
Ora ti muovi piano.
Come se ogni passo potesse risvegliarla.
Nel tempo che resta chiuso dentro le pareti
Il tempo non è passato.
È rimasto lì,
inchiodato a un muro che non guarda nessuno.
A ricordarti che il silenzio può essere eterno.
Anche quando fai finta di non sentirlo.
Time never moved on.
It stayed there,
nailed to a wall no one dares to look at.
Reminding you that silence can last forever.
Even when you pretend not to hear it.
Ci sono stanze che non ricordavi.
Non per mancanza, ma per difesa.
Lì si è fermato qualcosa.
Un respiro, una parola trattenuta,
un grido che non ha mai trovato uscita.
Eppure il tempo è rimasto lì,
inchiodato al muro,
come una crepa che non si vede
ma si sente ogni volta che torni.
Anche se non sai più perché.
Le stanze in cui non hai urlato
Ci sono stanze che non dimentichi.
Non per ciò che è stato detto,
ma per tutto quello che hai taciuto.
Quelle in cui avresti voluto urlare,
ma hai lasciato che il silenzio parlasse al posto tuo.
There are rooms you never forget.
Not for what was said,
but for everything you kept inside.
The ones where you wanted to scream,
but let silence speak instead.
Ci sono stanze che hai attraversato in silenzio.
Avresti potuto urlare. Ma hai chiuso la bocca.
Hai lasciato che il dolore si infilasse nelle
pareti, che il cuore si sgretolasse in una
grammatica muta.
Non volevi disturbare.
Non volevi sembrare debole.
Non volevi perdere qualcuno.
Così hai perso te.
Ora quelle stanze ti abitano.
Parlano nei sogni.
Risuonano nei corpi che tocchi,
nelle frasi che non dici,
in ogni gesto che ti nega senza motivo.
Eppure, da qualche parte,
c’è ancora un punto del tempo
in cui puoi tornare.
Non per spiegarti.
Ma per urlare.
Finalmente.
Con tutta la voce che hai trattenuto.
Nel punto in cui svanisce il rumore
Quando tutto tace, qualcosa inizia.
Senza suono.
Ma vero.
Nel punto in cui svanisce il rumore,
non resta il silenzio.
Resta qualcosa che pulsa.
Sottopelle.
Sottovoce.
Sottrazione.
Non si può dire,
non si può toccare,
ma se chiudi gli occhi
lo riconosci.
È lì
che comincia
ciò che ancora non sai.
Quando non bussa nessuno
Quando la porta resta chiusa, qualcosa comunque si muove. In silenzio, accanto a te. Senza chiedere nulla.
Ci sono sere
in cui la porta resta chiusa,
non perché nessuno arrivi
ma perché non vuoi più aprire.
E in quel silenzio denso
succede qualcosa.
Come se il tempo
si sedesse accanto a te
senza chiedere nulla.
Quello che resta anche dopo
Non tutto svanisce. Alcune cose si posano addosso come polvere sottile — e restano lì. Anche adesso.
Non tutto se ne va.
Ci sono voci che restano addosso
come polvere sottile.
Un gesto. Un tono.
Una parola detta troppo piano.
Non hai capito cosa voleva dire,
ma l’hai sentita lo stesso.
E ancora adesso,
ti porti dietro il suono.
Cose che non dico
Ci sono parole che non cercano suono. Vivono in silenzio, lì dove le senti solo tu.
Cose che non dico
le tengo in fondo alla voce.
Non perché non sappia
come dirle.
Ma perché a volte
dire non basta.
E certe verità
non vogliono suono.
Vogliono restare
lì dove le senti solo tu.
Lí dove non guardi mai.
Lì dove non guardi mai, qualcosa continua a vivere. In silenzio, ma con forza.
Non tutto chiede luce.
Non tutto si lascia trovare.
Ci sono cose che vivono nell’ombra,
non per paura —
ma per scelta.
Cose che non brillano,
ma resistono.
Che non gridano,
ma restano.
Non serve illuminare ogni angolo.
A volte basta restare al margine.
In silenzio.
Con rispetto.
Alcune verità non bussano.
Non si spiegano.
Non chiedono nulla.
Sono lì.
Aspettano che tu le senta.
E se non le vedi…
va bene così.
Non sei qui per capire. Sei qui per attraversare.
Non ti sto dicendo chi sono. Ti sto solo aprendo una porta. Not explaining. Just opening a door.
Non ti sto dicendo chi sono. Ti sto solo aprendo una porta. Not explaining. I'm just opening a door.
Non ti sto dicendo chi sono.
Ti sto solo aprendo una porta.
Ci sono luoghi in cui le parole si fermano.
Oltre, resta solo la soglia: un punto di
passaggio, di ascolto, di attesa.
Questo spazio non nasce per spiegare.
Nasce per suggerire, evocare, lasciare che tu
senta — non che tu capisca.
Nessun manifesto. Nessuna biografia.
Nessuna strategia.
Solo tracce. Impronte lasciate su superfici
silenziose.
Se sei qui, forse stai cercando qualcosa.
Forse hai solo attraversato una soglia.
Benvenuti.
Questo spazio non nasce per spiegare.
Nasce per suggerire, evocare, lasciare che tu…
E se non capisci… va bene così.